... e poi arriva un cucciolo - l'inizio

Il comportamento sociale non è semplicemente un dato di fatto: il saarloos è un mammifero sociale-compro un saarloos-ho un animale sociale, ma è un insieme di fattori, predisposizioni personali, esperienze vissute nel modo più o meno giusto, coesione con il branco-famiglia, fiducia, ecc.
Credo che la domanda che chiunque prima o poi si è posto sia: come faccio a fare la cosa giusta? Come faccio ad azzeccare tempi e modi? Va bene non forzare il cucciolo, ma se non riesco a riconoscere i segnali? E se non riesco a diventare il suo punto di riferimento e a far sì che si fidi di me?
Lascio le risposte a chi è più competente... (vabbè, io ho già fatto le domande! )
Ma volevo raccontare la mia esperienza, precisando che non è uguale per tutti, perchè i saarloos non sono tutti uguali!

Uria, portata a casa dalla Germania nel febbraio 2013, a due mesi di età.
Viaggio in camper quindi rientro in un giorno e mezzo, quasi due.
Dopo alcune ore passate dall'allevatrice a parlare e giocare con tutta la cucciolata, siamo tornati a casa con tre cuccioli: Uria, un fratello e una sorella (papà e mamma umani del fratello erano con noi mentre la sorella era destinata ad un altra famiglia che non ha potuto accompagnarci).
Quindi il distacco dal branco d'origine non è stato subito totale perchè i tre cuccioli si sono staccati da mamma ma hanno passato altri due giorni insieme.
Coccole in camper, libero accesso ovunque stando attenti alla sicurezza, bambini e cuccioli insieme per tutto il ritorno con zona "tana" predisposta in un kennel morbido stoffa/rete appositamente posizionato e riservato ai cuccioli.
Nessun problema.
Arrivati a casa del fratellino siamo stati ancora insieme per mezza giornata, fino a sera, lasciando che i cuccioli esplorassero un unico ambiente (taverna) dove siamo rimasti insieme aspettando il papà umano della sorella.
Saluti alla sorella.
Un'oretta più tardi saluti anche al fratellino e via verso casa.
Arrivati a casa ormai Uria aveva imparato a conoscere noi e i nostri odori, quindi stando con lei le abbiamo permesso di conoscere gli ambienti in autonomia, ma sempre sotto nostra supervisione.
Posizionato subito lo stesso kennel morbido in un angolo protetto del soggiorno, non troppo distante dal divano in modo da avere la tana mapotendo sempre vedere il resto del branco.
Con cautela c'è stata anche la visita in giardino e la conoscenza della vecchietta Terranova.
Nanna in camera con mamma e papà, con la possibilità di andare ovunque nella stanza (porta chiusa per i primi giorni per evitare eventuali cadute dalle scale) ma preferenza per il sotto-letto da parte di mamma (coperta subito posizionata da mamma nel posto da lei scelto).
Nessun problema.
Sonni tranquilli dalla prima notte.

Una settimana con mamma a casa 24 ore al giorno mentre papà e figli con i normali impegni lavoro/scuola.
Uria libera di andare ovunque.
Nessuna visita estranea. Nessun problema.

La settimana successiva, mamma al lavoro alla mattina, Uria in giardino con la Terranova, poi rientro di mamma e in orari diversi anche del resto del branco.
Quando il branco è in casa anche Uria è in casa (o in giardino se ne fa richiesta).
Tutto ok.

Terza settimana: comincia qualche visita di estranei, la nonna, l'amico con il cane...
Uria si dimostra più curiosa che diffidente, sembra capire che essendo a casa sua non può accaderle nulla.
In presenza di estranei fa sempre riferimento a qualcuno del branco-famiglia ma poi, passate le prime incertezze, non può fare a meno di andare a conoscere i nuovi arrivati.
Se poi il nuovo arrivato è peloso non la tiene più nessuno!

Quarta settimana: iniziano le prime uscite.
Uria non conosce i mezzi meccanici e i rumori di una cittadina (che poi, dove abitiamo è più un paesotto che, grazie anche alla presenza di un enorme parco boschivo tutelato dalla Regione che copre tre comuni, ha superficie a verde nettamente superiore alla superficie costruita).
L'avvicinamento a situazioni nuove è graduale: prima i luoghi fuori casa ma verdi, parchi, giardini ecc, poi a casa di altri ma solo dove è opportuno (casa dei nonni con il giardino grande, casa dell'amico con il cane che già Uria conosce, che ha il giardino dove far giocare entrambi, parco comunale con fattoria didattica dove c'è tanto spazio, tanto verde, altri cagnolini e altri animali ma non troppa gente durante la settimana).
Tappa fissa, ogni 10 giorni circa, è l'incontro con il fratellino e la sua famiglia umana, diventata poi la nostra "famiglia allargata" piemontese. Fratello e sorella si riconoscono sempre come membri del branco d'origine ed esprimono una gioia incontrollabile ogni volta che si incontrano, rafforzando così anche la fiducia nei ripettivi umani che, di tanto in tanto, permettono la riunione famigliare.
Poi si prova anche con negozi e garden, purchè non troppo frequentati e solo in orari con meno gente.
I primi avvicinamenti all'automobile sono fatti stando in braccio a mamma (anche i primi viaggi), mentre le prime passeggiate per strada sono in compagnia della Terranova che, con la sua calma serafica, insegna a Uria che anche se passa una macchina o una moto rumorosa non c'è nulla di cui aver paura.
Tutt'ora Uria può tranquillamente camminare vicino ad un TIR acceso o ad una ruspa in movimento che non fa una piega... purchè l'umano che li guida se ne stia chiuso in cabina.
Abbiamo fatto tante prove, abbiamo cercato di valutare le reazioni di Uria per evitare di forzarla.
Abbiamo cambiato itinerari di vacanze per poterla portare con noi, abbiamo rinunciato a cene al ristorante o a invitare a casa alcune persone.
A volte siamo andati in luoghi che lei non ha gradito e quando possibile ce ne siamo anche andati prima del previsto.
Altre volte non è stato possibile e allora, per il tempo che siamo dovuti rimanere, ci siamo seduti tutti per terra con lei in modo da tenere unito il branco.
Abbiamo addirittura provato le expo e abbiamo capito che mai e poi mai faremo rivivere a Uria una expo in un capannone chiuso perchè proprio non le va!
Non so quanto abbiamo fatto di giusto o sbagliato però, osservando tempo fa Uria in una situazione di stress (all'esterno della stazione termini di Roma dove siamo dovuti rimanere per circa un'ora), mentre era vicina al solito cane suo amico (di razza diversa), che per una serie di vicissitudini è cresciuto sviluppando una forte paura verso tutto ciò che è sconosciuto, mi sono resa conto di quanta differenza ci sia tra la paura e la diffidenza.
L'altro cane aveva paura, Uria no.
Era diffidente, schiva se si avvicinava un estraneo, sempre all'erta ma anche sempre in fase di ragionamento e studio.
L'altro cane era talmente atterrito da mettersi nell'angolo più riparato senza muoversi più, tremando.
Uria sempre attenta agli spostamenti del branco e dell'altro cane, sempre seduta addosso a lui oppure sui piedi di uno di noi ma non impaurita solo incredibilmente attenta a tutto e a tutti.
Non rilassata, ovviamente, ma non impaurita.
A lei bastava stare dov'eravamo noi, pur non guardandoci quasi mai come se fossimo una presenza necessaria ma scontata, e quando papà e un fratello si sono allontanati un attimo le è bastato guardarmi, vedermi appoggiata al muro in posizione rilassata, per tornare a sedersi sui miei piedi e scrutare i dintorni.

Non so se sia effettivamente questo l'equilibrio giusto per un saarloos e, se lo è, non so quanto possa essere merito nostro e quanto sia solo suo.